Anticipazioni

Dorian Once Again. Alla ricerca del tempo perduto

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Da un dipinto di Dalí sono uscito
Senza un nome ero lì
L’orologio era fermo nel tempo
L’ho lasciato così
Poi ho ballato un tango con un manichino stanco
Che indicandomi vai
Ed ho vagato a lungo per poi trovare il punto
Dove aspettare lui
Ed ho visto il calare del giorno senza vederlo mai
Prima o poi certo sarebbe giunto
Ed ho aspettato Godot

(da “Godot”)

Con “Godot” Dorian Once Again, al secolo Fabrizio Diana, apre il suo quinto album, Alla ricerca del tempo perduto.

Per certi aspetti sarebbe forse più corretto definirlo un concept album, dato che l’autore si propone di affrontare un tema estremamente impegnativo sul quale si concentra la riflessione filosofica dalla notte dei tempi: l’inafferrabilità del tempo.

Il titolo è un lampante riferimento all’onomina opera proustiana, il cui nucleo è la ricerca di un tempo – che sia interiore oppure esteriore – che si è perduto, cioè che è legato al passato, ma verso il quale tende il presente.

L’intero album è disseminato di allegorie, di rimandi e suggestioni, che ruotano (quasi) tutte intorno al tema del tempo.

Il brano “Godot”, per esempio, si ispira all’opera teatrale di Samuel Beckett, Aspettando Godot, che nella cultura popolare è divenuta sinonimo di una situazione in cui si aspetta un avvenimento che sembra essere imminente, ma che nella realtà non accade mai, e in cui chi l’attende non fa nulla affinché questo si realizzi.

È un’allegoria anche il dipinto di Salvador Dalí al quale Dorian fa riferimento nel testo di “Godot”: nella Persistenza della memoria, noto anche come Gli orologi molli, sono raffigurati diversi oggetti a testimonianza della relatività del tempo, che non scorre nello stesso modo per gli uomini, gli animali e i vegetali.

È forse anche in questa chiave che possono essere letti complessivamente i testi delle dieci tracce dell’album.

Prenditi tutto il tempo che tu hai bisogno
Appartiene a te fermati ad attenderlo come un re
Che sul quel trono là resterà
E nei secoli rinascendo no non morirà

(da “Re del mio tempo”)

Ho visto gente battere le mani tanto per
E senza chiedersi perché fanno così
I giudici seduti là in quei spettacoli
Con un modo snob ti guardano miseri sì

(da “Ho visto”)

Dimmelo dove mai vivono gli angeli
Eccoli guardali sfiorali tra di noi
È una storia che io scriverò tanto per
Per ricredermi
Guarda là l’invisibile
Eccolo proprio intorno a te

(da “L’invisibile”)

Festa in paese
Tutte le signore si son aggiustate un bello decoltè
Gli uomini le invitano a ballare la mazurka di periferia
Occhi ammiccanti seni traballanti
Che a volte escono fuori di un po’
E Gennaro si risente nato
Dopo giorni di duro lavor
Oh quanto è bella
Oh quanto è bella
La donna assunta si vuol maritar
Oh quanto è bella
Oh quanto è bella
E Gennarino la vuole sposar

(da “Festa in paese”)

Io non smetterò mai di guardare la notte lassù
E ogni volta poi rendermi conto di essere niente

(da “Riflessioni esistenziali”)


Roma
Sei sempre là
Da millenni ormai
Cosa fai adagiata su quei colli
Dove l’eterno accarezza la tua vanità
Ma tu
Tu non vuoi smettere di mostrarti
Che bella sei
Dico
Solo un po’ sciupata
Con quel carisma di donna vissuta che hai

(da “Roma”)

Io lo voglio dire
Questo piano mi accompagna senza peli sulla lingua
E non voglio fare finta
Meritocrazia è solo una parola
Senza non significa più nulla
Ha perduto l’importanza
Solo i leccaculi figli di massoni
E pure chi ha pagato genuflesso
O in contanti dentro un parco
Chi fa propaganda si rinchiude in una stanza
Sodomita di atti impuri
Però è diventato ricco forza
Andate avanti e mostrate di aver vinto
Però tutto quanto è finto
Devo aver sbagliato mondo

(da “Lo voglio dire”)

Spazi immensi intorno a me
Dove perdermi dentro
Ascoltando i vespri che sopraggiungono
Ed in fondo mi trascendono da qui
Mi abbandono
Ed intanto poi ritorno ancora in me
Cogliendo un attimo
Le mie impressioni e analogie si dispiegano
E oggi sono ancora qua
Mi riconosco mentre in là
Si delineano le mie fughe e alterità

(da “Recondito”)

I tuoi diritti universali
Nato in quanto te
La tua dignità oltre un contesto storico
Prova a definire ciò che in te autodetermini libero

(da “Diritti universali”)

Si vede bene che la poetica di Dorian Once Again è estremamente accurata, non è mai banale, e presenta punte di un lirismo encomiabile, a dispetto della sua contemporaneità, anzi, postmodernità.

I temi affrontati impongono all’ascoltatore una riflessione, sono cioè un invito a pensare, ma lo obbligano anche a stabilire un contatto cerebrale con l’autore prima ancora di lasciarsi emozionare dalla canzone.

Ecco, forse quest’ultimo aspetto potrebbe risultare d’intralcio a un primo ascolto per quanti non conoscessero i precedenti lavori di Dorian Once Again – l’EP, Play it again … Dorian (2018), e gli album Memento Mori (2018), Bianco selenico (2019), Soundtracks (2019) e Frontiere (2020) – che suggeriamo di ascoltare e riascoltare.

In ogni caso, Alla ricerca del tempo perduto contiene vere e proprie perle di poesia come, per esempio, “L’invisibile”, “Festa in paese” e “Roma”, nelle quali l’autore si presenta senza sovrastrutture all’ascoltatore, evocando immagini coinvolgenti, struggenti ed emozionanti.

Dal punto di vista musicale, lo stile di Dorian Once Again è caratterizzato da un consistente uso dell’elettronica.

Le sue composizioni, mai banali, presentano strutture armoniche e melodiche piuttosto complesse, e gli arrangiamenti rivelano un’attenzione quasi maniacale ai dettagli.

Ecco, forse in qualche caso la regola del «less is more» (il meno è di più) potrebbe rendere più immediatamente fruibile l’ascolto di alcuni brani, mettendo in risalto aspetti mirabili del testo o della musica che vengono invece eclissati da una sovrapposisione di effetti, soprattutto sul cantato (megaphone, viber, flanger, eccetera).

In ogni caso, i dieci brani di Alla ricerca del tempo perduto esprimono un concetto di musica molto interessante, nuovo, anzi, innovativo, in cui lo stile cantautorale italiano si mescola al pop e al prog, creando un superbo effetto psichedelico, per non dire lisergico.

Se siete interessati a scoprire qualcosa di nuovo nel panorama musicale italiano, vi suggeriamo di seguire Dorian Once Again in tutti i suoi profili social (Facebook, Instagram, YouTube, eccetera), e ascoltare la sua musica: vi entusiasmerà.

Per salutarvi e ringraziarvi di averci letto fin qui, vi lasciamo alla bellissima “Roma” ritratta in questo videoclip di Dorian Once Again.