Musica in genere: lo swing

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Lo swing è un genere musicale nato negli Stati Uniti negli anni venti, evolutosi fino a divenire un genere definito nel 1935.

Lo swing si distingue per un caratteristico movimento della sezione ritmica e per un tipo di esecuzione delle note con un ritmo “saltellante” (o “dondolante”, appunto swing in inglese), accostato spesso da balli frenetici.

Lo swing si è sviluppato contemporaneamente in due contesti completamente differenti: New York e Kansas City.

Alla fine degli anni venti, in piena crisi economica e in pieno proibizionismo, si sentì il bisogno di novità anche nel campo musicale: le orchestrine New Orleans e Dixieland non soddisfacevano più il pubblico.

I locali di Kansas City e New York (Cotton Club in testa) decisero di affidarsi a musicisti giovani con nuove idee.

Il Cotton Club di New York

Kansas City divenne il regno di Count Basie e il Cotton Club di New York quello di Duke Ellington: le loro orchestre, con le loro assolute diversità, scandiranno e influenzeranno gli sviluppi futuri del Jazz fino al 1940.

Count Basie (pseudonimo di William Allen Basie)

Lo swing di Kansas City era segnato da una totale influenza del blues, mentre quello di New York, grazie a Duke Ellington, per alcuni versi era simile persino alla musica sinfonica.

Edward Kennedy “Duke” Ellington

A differenza dei generi precedenti, nello swing si assiste ad una maggiore importanza della sezione ritmica, generalmente composta da chitarra, pianoforte, contrabbasso e batteria, la quale ha il compito di creare una base per le improvvisazioni dei solisti; si sviluppano inoltre le big band, costituite anche da 20-25 elementi e, soprattutto, le improvvisazioni si affrancano completamente dalla semplice variazione sul tema, divenendo a loro volta temi nel tema.

Glenn Miller and 40’s Big Band Swing Music

A lato delle big band che hanno caratterizzato l’era dello swing, questo genere veniva eseguito anche da formazioni di pochi elementi: tre, quattro o cinque strumenti.

È da queste che, successivamente, nascerà il genere poi chiamato Mainstream.

The Mainstream Sextet, Andy Gibson And His Orchestra

Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, si abbandona il banjo in favore della chitarra e assumono sempre maggior importanza i sassofoni a scapito del clarinetto.

Dopo i primi successi neri, lo swing divenne fonte di guadagno per i musicisti bianchi, i quali riuscirono a farlo divenire genere di successo radiofonico e a portare il jazz ad Hollywood.

Tra gli anni 1935 e 1946 lo swing delle big band divenne il genere più popolare degli Stati Uniti: oltre ad Ellington e Basie, altri musicisti e bandleader come Louis Prima, Fletcher Henderson, Shep Fields, Benny Goodman, Jimmy Dorsey, Tommy Dorsey, Glenn Miller, Woody Herman, Harry James e Artie Shaw furono i protagonisti di questo periodo.

Il declino dell’era delle big band ebbe fra i principali motivi la chiusura, durante la guerra, delle immense sale da ballo che costituivano i datori di lavoro più affidabili per le orchestre, e anche gli unici locali che potevano permettersi di pagare alcune decine di musicisti ogni sera.

Dopo la guerra molte sale non riaprirono, e quelle che lo fecero si dedicarono ad altri tipi di musica da ballo: stava per cominciare l’era del rock.

Il locale di elezione per la musica jazz divenne allora il club di ridotte dimensioni, per il quale la formazione tipo era il piccolo combo, dal trio al sestetto.

Lo swing italiano

La paternità dello swing italiano, nato su emulazione del filone americano, è da attribuire ad Alberto Rabagliati e al Trio Lescano delle sorelle Lescano.

Il Trio Lescano delle sorelle Alessandra, Giuditta e Caterina Lescano (Alexandrina Eviline, Judik e Catherine Matje Leschan)

Seguirono i pionieri Natalino Otto, Ernesto Bonino, i direttori d’orchestra della EIAR Pippo Barzizza, Cinico Angelini, Tito Petralia, Enzo Ceragioli, Gorni Kramer, Giorgio Ferrari, i celebri Piero Piccioni e Nunzio Rotondo, famosi per l’innovativo programma radiofonico Eclipse.

Pippo Barzizza, Alberto Rabagliati, Tito Petralia

In seguito anche Fred Buscaglione si ispirò allo swing americano per le sue innovative canzoni.

Un cultore dello swing fu anche Lelio Luttazzi che propose più volte questo genere musicale, durante gli spettacoli RAI da lui presentati.

Lelio Luttazzi

Durante la fine degli anni cinquanta ed inizio degli anni sessanta, cantanti, tra cui Emilio Pericoli, Nicola Arigliano, Johnny Dorelli, Fred Bongusto e Bruno Martino, cantarono numerosi brani swing, cercando di imitare il modello americano del crooner, che in italia ebbe pochi esponenti e poco successo.

In tempi più recenti, famoso e stimato swingman italiano fu Sergio Caputo, che soprattutto con i suoi primi album fece apprezzare questo genere alle nuove generazioni.

Simona Molinari e l’eletctro swing

Negli anni 10 dell’attuale secolo, nel tentativo di riportare alla luce questo genere, la cantautrice Simona Molinari, si è concentrata su di esso fino a proporlo, con i progressivi lavori discografici, nella variante dell’electro swing.

Nata a Napoli, ma cresciuta a L’Aquila, Simona Molinari si avvicina al mondo della musica sin da giovanissima, iniziando a studiare canto all’età di otto anni, per poi concentrarsi dapprima sulla musica leggera e sul jazz, e in seguito sulla musica classica, fino a diplomarsi al conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila.

Dopo alcuni anni trascorsi cantando nei piano bar italiani, nel 2006 partecipa al Premio 25 aprile, ottenendo il riconoscimento come miglior cantante.

Nel 2007 inizia a collaborare con il produttore Carlo Avarello, dando corso a un progetto rivolto al jazz-pop.

Nello stesso anno esordisce anche in campo teatrale, collaborando ad alcuni progetti firmati dal compositore e autore Davide Cavuti, con protagonisti gli attori italiani Michele Placido, Edoardo Siravo e Caterina Vertova.

Inoltre, è interprete della versione italiana del musical Jekyll & Hyde, il cui cast include anche Giò Di Tonno.

Nel dicembre 2008 si aggiudica la vittoria del concorso Sanremolab, ottenendo così la partecipazione al Festival di Sanremo 2009.

Il brano con il quale la cantante gareggia nella categoria Proposte è Egocentrica, che nel corso della terza serata viene interpretato in duetto con Ornella Vanoni.

Simona Molinari e Ornella Vanoni

La canzone, oltre a diventare il singolo di debutto di Simona Molinari, viene inserita nell’album Egocentrica, pubblicato il 20 febbraio 2009.

Dal disco viene estratto anche il secondo singolo Nell’aria, scritto in collaborazione con Giò Di Tonno.

A poche settimane dal terremoto dell’Aquila del 2009, registra con il pianista classico Nazzareno Carusi il singolo Ninna nanna, venduto in allegato al quotidiano Libero con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.

Nel 2011 il brano viene anche inserito nell’album Petrolio di Nazzareno Carusi.

A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del singolo, la cantante partecipa ad un’altra iniziativa con le stesse finalità: il 21 giugno 2009 è infatti una delle protagoniste di Amiche per l’Abruzzo, concerto evento allo stadio San Siro di Milano.

La registrazione dell’esibizione viene inclusa nel DVD Amiche per l’Abruzzo, pubblicato a un anno di distanza dall’evento omonimo.

Nel frattempo, il primo singolo di Simona Molinari, Egocentrica, viene inserito tra i sei finalisti della seconda edizione del Premio Mogol.

Inoltre, il 25 luglio 2009, riceve il Premio Lunezia Nuove Stelle per il valore musical-letterario del suo album d’esordio, mentre il 24 settembre 2009 condivide il palco del Premio Carosone con il cantautore Vinicio Capossela.

A giugno 2010 Simona Molinari torna a collaborare con Ornella Vanoni, che partecipa al suo singolo Amore a prima vista.

La canzone riesce a raggiungere il decimo posto nella Top Singoli.

Amore a prima vista viene poi incluso nel secondo album della cantante, Croce e delizia, pubblicato il 22 giugno 2010.

Oltre al duetto con Ornella Vanoni l’album contiene la partecipazione di Fabrizio Bosso e dei Solis String Quartet.

Nel maggio 2010 Simona Molinari viene premiata come miglior Giovane Artista ai Wind Music Awards.

A luglio dello stesso anno, inoltre, la cantante riceve per la seconda volta il Premio Lunezia, assegnatole questa volta nella categoria Jazz d’autore per il brano Amore a prima vista.

Nello stesso anno, è impegnata con un tour asiatico protrattosi poi anche nel 2011 che fa tappa al Grappa’s Cellar di Hong Kong, a Macao ed al Brown Sugar di Shanghai.

Ulteriori concerti sono svolti a Parigi, Montreal, Pechino, Ginevra e Rio de Janeiro e al Blue Note di Tokyo.

Il 28 maggio 2011, nell’ambito dei Wind Music Awards, riceve il Premio Confindustria Cultura Italia FIMI, AFI e PMI.

Nell’occasione la cantante presenta in anteprima il singolo Forse, realizzato in collaborazione con il jazzista di Hong Kong Danny Diaz.

Il singolo è seguito da In cerca di te, reinterpretazione in coppia con Peter Cincotti di Perduto amore, brano del 1945 di Eros Sciorilli e Gian Carlo Testoni.

Simona Molinari e Peter Cincotti

Sia Forse che In cerca di te figurano nel terzo album della cantante, Tua, uscito il 18 ottobre successivo.

Il lavoro prende il nome dal brano omonimo del 1959 di Bruno Pallesi e Walter Malgoni portato all’epoca al successo da Mina, Tonina Torrielli e Jula de Palma e vede la partecipazione di artisti di fama internazionale come Danny Diaz e Dado Moroni.

Partecipa al Festival di Sanremo 2013 in coppia con Peter Cincotti insieme al quale presenta Dr. Jekyll Mr. Hyde e La felicità; il primo dei due brani è un inedito postumo di Lelio Luttazzi, scomparso due anni e mezzo prima, e del paroliere Alberto Zeppieri.

Nella prima serata del festival viene scelto il brano La felicità, successivamente classificatosi al 13º posto finale, che viene certificato disco d’oro.

Il 14 febbraio 2013 esce il quarto album, Dr. Jekyll Mr. Hyde, anch’esso realizzato con la collaborazione di altri gruppi e artisti quali il gruppo torinese The Sweet Life Society, ancora Cincotti, Gilberto Gil, Roberto Gatto e quella particolare con il pianoforte proprio dello stesso Lelio Luttazzi.

Dr. Jekyll Mr. Hyde raggiunge la 16ª posizione della classifica FIMI Album.

Nel dicembre 2013 si esibisce al Blue Note di New York per presentare il suo nuovo lavoro discografico.

Nel 2014 è di nuovo a Sanremo ma come ospite nel ruolo di accompagnatrice del cantante in gare Renzo Rubino nella serata Sanremo Club, in cui interpreta Non arrossire di Giorgio Gaber.

Nel marzo 2014 si esibisce a Mosca nel Club Manon e al Teatro Estrade.

Nello stesso anno partecipa al musical JesusChrist Superstar interpretando il ruolo di Maria Maddalena, ed è ospite fissa del programma condotto da Massimo Ranieri su Rai 1 Sogno e son Desto.

Il 4 dicembre 2015 esce il quinto album della cantante, Casa mia, che debutta alla posizione 28 della classifica album Fimi.

Nel 2015 è impegnata nel tour Loving Ella, omaggio alla carriera di Ella Fitzgerald.

Nel 2016 il brano Coincidences viene inserito nella colonna sonora del film diretto da Fabio De Luigi Tiramisù.

Nell’estate 2017 è ospite a Umbria Jazz.

Dall’ottobre 2018 prende parte al programma #CR4 – La Repubblica delle Donne, condotto da Piero Chiambretti su Rete 4, in qualità di ospite musicale fisso.

Simona Molinari a #CR4 – La Repubblica delle Donne

Nel 2020 partecipa come ospite alla 70ª edizione del Festival di Sanremo in cui duetta con Raphael Gualazzi interpretando il brano E se domani di Mina.

Simona Molinari con Raphael Gualazzi

Concludiamo ringraziando tutti voi per l’attenzione, e vi salutiamo con questo meraviglioso electro swing di Simona Molinari, In cerca di te.