Michael Manring

Red carpet

Michael Manring

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Nato nel 1960 ad Annapolis nel Maryland, originario di Norfolk in Virginia, laureato alla scuola di musica Berklee, Michael Manring ha iniziato la sua carriera suonando nelle birrerie e discoteche di Washington DC, dove la sua famiglia si era trasferita nel 1969.

Famiglia molto attiva musicalmente, i Manring sono stati un terreno particolarmente fertile per lo sviluppo artistico di Michael.

Ai tempi del liceo, lui e suo fratello Doug, chitarrista e batterista, formarono un gruppo ritmico con cui iniziarono ad avventurarsi nel jazz-rock e nella fusion, pur non disdegnando i classici rock nelle feste studentesche o gli standard pop nei ristoranti e nei matrimoni.

Allievo del bassista Peter Princiotto di Spring Hill, Virginia, verso la fine degli anni settanta Michael Manring ha iniziato a studiare al Berklee College of Music di Boston, nel Massachusetts.

Già nel 1979 ha però dovuto interrompere ai suoi studi a causa del pesante carico di lavoro determinato dai suoi impegni in moltissime tournée con diverse band.

Durante il suo periodo al Berklee College ha sfruttato ogni occasione per suonare con vari musicisti e gruppi.

Negli anni ’80 ha iniziato a studiare ed esibirsi in tournée con Jaco Pastorius, di cui era allievo prediletto, cominciando a sviluppare un suo stile assolutamente personale e inconfondibile.

Le sue sperimentazioni sul basso tuttora contribuiscono a elevare il ruolo del basso elettrico nella musica contemporanea.

Le sue caratteristiche principali sono l’uso di accordature particolari, tecniche percussive, utilizzo del contrappunto, velocità e magistrale uso degli armonici naturali e artificiali.

Oltre a essere stato per anni il bassista ufficiale della Windham Hill Records, Manring ha inciso e suonato con Spastic Ink, Larry Kassin, Alex Skolnick, Marco Maggiore, Steve Morse, Daniele Gregolin, Michael Hedges, Tom Darter, Patti Larkin, David Cullen, Tim Alexander, Tom Darter, Alex De Grassi, Will Ackerman e molti altri famosi musicisti.

Negli anni ’80 ha diretto la sua band, i Montreux.

Ha partecipato inoltre al progetto Yo Miles!, la Miles Davis tribute band fondata da Wadada Leo Smith e Henry Kaiser, sin dalla sua fondazione.

Ha affinato le sue capacità in centinaia di registrazioni come session musician e in migliaia di concerti in tutto il mondo, in location come il Carnegie Hall di New York, il Yamaha Hall di Tokyo e il Davies Symphony Hall di San Francisco.

Nel 1998, l’uscita di The Book of Flame, etichetta Alchemy, gli valse una reputazione internazionale come «maestro del basso senza tasti senza rivali» (Guitar Club Magazine, Italia).

Ha ottenuto due dischi d’oro, nomination ai Grammy e ai Bammie, un premio Berklee School of Music Distinguished Alumni Award, due premi Just Plain Folks e numerosi premi Poll dei lettori della rivista Bass Player, tra cui nel 1994 il premio Bassista dell’anno.

È stato anche soggetto di un documentario televisivo su PBS, The Artist’s Profile: Michael Manring.

Il video di Youtube, che lo interpreta nel suo iconico pezzo solista Selene, ha raggiunto quasi un milione e mezzo di visualizzazioni.

Come ha scritto L. Pierce Carson (Napa Valley Register), «Michael Manring può fare con un basso più di quanto persino l’individuo più creativo possa immaginare».

Il suo, Soliloquy, eseguito interamente da solo senza sovraincisioni, è forse il miglior esempio della  profondità e straordinarietà dell’artista.

È tutt’oggi impegnato in vari Tour che lo vedono protagonista in diversi paesi del mondo.

Il nome di Michael Manring è anche legato a quello del chitarrista fingerstyle Michael Hedges, suo caro amico e collega musicista.

Manring è andato in tournée estesamente con Hedges e ha suonato in quasi tutti gli album di Hedges.

Manring è noto per la sua umiltà e gentilezza, soprattutto nelle esecuzioni dal vivo in cui rivela una spiccata dote per l’improvvisazione.

Dal 2005 è membro della band De Mania, insieme al chitarrista Alex De Grassi e il percussionista Christopher Garcia.

Manring vive a Oakland, in California, ed è rispettato come un virtuoso estremo dello strumento.

Si avvale di accordature aperte e cambi di accordatura durante le sue esecuzioni per ottenere effetti inusuali e pionieristici.

Manring arriva a suonare anche due o tre bassi contemporaneamente durante i suoi concerti.

Rimane storica a proposito la sua composizione My Three Moons.

Tra le sue collaborazioni più recenti e interessanti, spicca quella con Gianfranco Continenza negli album Dusting the time (label Videoradio) e Vertical Horizons.

Per la sua collaborazione con l’etichetta Windham Hill, Michael Manring è stato spesso considerato un musicista della new age, ma lui ritiene di non appartenere a nessuno stile o genere specifico, e spesso scherza sulla categorizzazione della sua musica.

Per esempio, ha definito il suo album Thonk «il primo album new age – death metal – fusion».

Manring ha una solida conoscenza musicale e usa il basso come uno strumento solista, di solito in accordature alternative, con possibilità e motivi aggiuntivi, con de-tuner e bridge attivati a leva un po’ come in una pedal steel guitar.

Vuole dimostrare che il basso elettrico può essere utilizzato in un modo musicalmente ricco ed espressivo.

Manring è anche un compositore di musica sperimentale, mescolando tecnologia e basso senza tasti con  suoni di utensili da cucina e scatole di cartone.

Si dice che faccia cose sul basso elettrico che non sono mai state fatte prima, sono quasi impossibili e sono «illegali nella maggior parte degli stati».

Acclamato da molti come il bassista solista più importante del mondo, da oltre tre decenni Michael Manring sta superando i confini di ciò che è possibile fare con il basso elettrico.

È considerato a ragione il più grande innovatore che abbia mai suonato il basso elettrico dalla sua invenzione nel 1951.

Qualcuno ha detto che, assieme a James Jamerson e Jaco Pastorius, Michael è la terza colonna portante del basso elettrico.

Mentre la sua abilità tecnica e le sue innovazioni sono sempre impressionanti, è la sua capacità di comunicare a un livello emotivo profondo che tocca maggiormente gli ascoltatori.

Come scrisse il redattore Tom Darter sulla rivista Keyboard dopo aver visto uno dei concerti da solista di Michael, «dimentica la sua tecnica e musicalità strabilianti; dimentica la sua padronanza assoluta dei suoi strumenti; dimentica come le idee musicali e la loro esecuzione si sono unite insieme … l’illuminazione proveniva principalmente dal sentire la gioia che Michael provava a suonare … la sua personalità … era tutta al servizio del risultato finale, la gioia di fare musica».

Principalmente suona un basso della Zon Guitars, con cui ha progettato insieme a Joseph Zon il suo personale modello, l’Hyperbass, senza tasti, che gli offre ampie possibilità di cambiare tono e intonazione proprio come sul basso acustico.

Una tecnica unica impiegata da Manring consiste nell’utilizzare i sintonizzatori Hipshot D per cambiare l’accordatura di una o più corde nel corso dell’esecuzione di un brano.

Pioli di accordatura appositi e un ponte speciale consentono il cambio di accordatura istantaneo di singole corde e di tutte le corde contemporaneamente azionando alcune piccole leve, con un sistema simile a quello di una chitarra TransTrem.

Lo sviluppo di questo modello speciale si è reso necessario proprio per semplificare l’uso di accordature aperte.

Quando ha iniziato a cambiare accordatura azionando i pioli standard durante l’esibizione, Manring si è subito accorto dei limiti di questo approccio.

Quindi, prima ha cercato di superare questo limite modificando un normale Sting Ray Bass di Music Man, e poi ha iniziato a sviluppare l’Hyperbass con Zon.

Concludiamo questo nostro articolo ringraziandovi per averlo letto fino in fondo, regalandovi una meravigliosa Vertical Horizons di Gianfranco Continenza, con la batteria di Oreste Sbarra e il basso di Michael Manring.