Red carpet

Biréli Lagrène

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Biréli Lagrène è nato il 4 settembre 1966 a Soufflenheim, in Alsazia (Francia), da una famiglia e comunità rom.

Suo padre e suo nonno erano chitarristi, ed è cresciuto nella tradizione della chitarra gitana.

Biréli Lagrène

Ha iniziato a suonare all’età di quattro o cinque anni e per sette anni ha improvvisato il jazz in uno stile simile a quello di Django Reinhardt, che suo padre ammirava e voleva che i suoi figli emulassero.

Django Reinhardt

Nel 1980, durante la sua adolescenza, ha registrato il suo primo album, Routes to Django: Live at the Krokodil (Jazzpoint, 1981), che gli è subito valsa la reputazione di erede del leggendario Django Reinhardt.

Successivamente, Lagrène si è esibito in tournée con Al Di Meola, Paco de Lucía e John McLaughlin, e ha suonato con Benny Carter, Benny Goodman e Stéphane Grappellii.

Si è unito a Larry Coryell e Vic Juris a New York City per un omaggio a Reinhardt nel 1984, e siè esibito in tournée con Coryell e Philip Catherine.

Ha anche suonato con Jaco Pastorius, Stanley Clarke, la Gil Evans Orchestra, Christian Escoudé e Charlie Haden.

Nel 1989 si è esibito in un duo con Stanley Jordan.

Eccezionale chitarrista, Biréli Lagrène ha dato lustro a una fertile miscela di jazz continentale, post-bop e fusion.

Nel corso del tempo ha ampliato il suo approccio, esplorando artisti come Wes Montgomery, Larry Coryell e Jimi Hendrix, rivelando queste influenze nel 1988 con l’album Inferno e nel 2008 con Electric Side.

Con My Favorite Django del 1995, tuttavia, Lagrène ha ribadito il suo amore per il tradizionale swing zingaro.

Nel 1998 ha pubblicato il tributo a Frank Sinatra Blue Eyes, con il pianista Maurice Vander, il bassista Chris Minh Doky e il batterista André Ceccarelli.

Nel 2002 ha pubblicato Gypsy Project, l’ennesimo album che lo ha visto tornare a Reinhardt e al classico repertorio di canzoni jazz.

Nel 2009 ha pubblicato Summertime.

Come dimostrano gli album Standard del 1992, Move del 2005 e Storyteller del 2018, Lagrène rimane uno dei principali sostenitori delle tradizioni jazz.

Biréli Lagrène ha sempre mantenuto un rapporto dal vivo con il pubblico e ha hartecipato, fra l’altro, al Festival jazz Marciac in Francia nel 1994 e al Blue Note di New York nel 1997 con Larry Coryell e Billy Cobham.

Ha fatto coppia con il chitarrista Hono Winterstein e il bassista Diego Imbert per il Gipsi Trio del 2009.

Nel 2012, ha registrato un set jazz diretto per Universal intitolato Mouvements con il sassofonista Franck Wolf, il batterista Jean-Marc Robin e l’organista di Hammond Jean-Yves Jung.

Sempre nel 2012, a Lagrène è stato chiesto di partecipare alla celebrazione del cinquantesimo anniversario della carriera per il violinista Jean-Luc Ponty, durante il quale è apparso in un trio con Ponty e il bassista Stanley Clarke.

Ispirato dalla loro chimica sul palco quella sera, il trio è rimasto in contatto e nel 2015 è tornato in studio per l’album in studio D-Stringz (label Impulse).

Biréli Lagrène è oggi uno dei nomi più noti e rispettati della chitarra jazz, nonché uno dei più amati dal pubblico.

Virtuoso naturale, capace di passare con disinvoltura dalla chitarra al basso (anche memore della sua collaborazione con Jaco Pastorius), Biréli è musicista di derivazione manouche, che si è poi spostato su un terreno più “americano”, cosicché oggi è uno dei pochi, se non forse l’unico, a potersi esprimere in entrambi gli ambiti con pari autorevolezza e maestria.

Il percorso artisctico di Biréli Lagrene è iniziato molto presto, a soli quattro anni, perché suo padre era un musicista e in casa sua c’era sempre una chitarra in giro.

Ha iniziato pian piano a suonarla, mentre suo padre gli insegnava le prime frasi e i primi accordi.

Poi di lì tutto è andato molto velocemente: ha iniziato a suonare praticamente sempre, consumando interi vinili e trascrivendo soli di Django.

Tutto è venuto con molta naturalezza e spontaneità, totalmente da autodidatta.

Per Birèli Lagrène la realizzazione di ogni album rappresenta un progetto nuovo, che conduca alla ricerca di qualcosa di diverso dall’album precedente oppure alla continuazione di esso.

Tra i compositori classici predilige Django, Shorter, Miles, Corea, ma anche tantissimi altri.

Suonare con Jaco Pastorius è stata per lui una grande esperienza: era giovanissimo e registrare per poi andare in tour con lui è stata un’esperienza indimenticabile.

Tra i musicisti “speciali” con i quali ha suonato compaiono Stéphane Grappelli, Niels-Henning Ørsted Pedersen, contrabbassista straordinario, Larry Coryell, John McLaughlin, Joe Zawinul, Al Di Meola, Stanley Clarke, Jean Luc Ponty, Richard Galliano e tantissimi altri.

Ha sempre ascoltato e tutt’ora ascolta Django Reinhardt e George Benson.

Biréli Lagrène suona chitarre Yamaha da moltissimi anni, ma ama anche le Gibson archtop.

Ha una Gibson “Johnny Smith” e in passato ho avuto una Gibson Super V e una “Wes Montgomery” L-5 CES.

Per i tour con Giuseppe Continenza usa avolte le sue Gibson: una Super V e una “Le Grand” davvero bellissime.

Per il gipsy ho usato una Dupont e, come amplificatori, uso i DV Mark, che ha provato la prima volta a un concerto con Giuseppe Continenza e gli sono piaciuti fin da subito.

Tra i moltissimi artisti eccezionali con cui Biréli Lagrène ha collaborato e collabora c’è anche Giuseppe Continenza.

L’incontro tra i due risale al 1998, nell’occasione di un festival jazz.

Avevano amici musicisti in comune, fra i quali Vic Juris, il chitarrista storico di Dave Liebman.

Dopo aver trascorso un po’ di tempo parlando di musica e in particolare di chitarra. scattò subito una simpatia fra i due.

Dopo quel primo incontro, Biréli Lagrène ricevette il CD di Giuseppe Continenza che gli piacque molto e dal quale ebbe inizio la loro collaborazione.

Nel vasto territorio del jazz, il duo ha subito trovato gli argomenti in comune per suonate insieme.

Per entrambi, l’improvvisazione, la creatività e la spontaneità sono l’essenza della musica jazz.

Per Giuseppe Continenza la chiave di tutto è la melodia, per cui ogni nota o accordo deve essere al servizio della musica.

In una bellissima intervista concessa dal duo a Domenico Labuono di www.fingerpicking.net (qui), Continenza riferisce che «ai miei studenti faccio sempre l’esempio del bravo cuoco che fa il risotto con lo zafferano, non lo zafferano col risotto! In parole povere il risotto è la melodia, mentre lo zafferano è il virtuosismo, che non guasta se messo al servizio della musica».

Lagrène aggiunge che «amo introdurre nella mia musica tutto ciò che in quel momento ho dentro: una melodia, una frase. Sono stato molto influenzato dalla musica classica, difatti suono anche il violino e penso che la cura del tocco, della melodia e delle dinamica abbia molto influenzato il mio modo di suonare. Amo suonare con Giuseppe, e soprattutto è bello perché siamo liberi di interagire e di creare momenti imprevedibili».

Per entrambi suonare insieme è stata ed è un’esperienza formativa in tutti i sensi.

Ormai sono anni che collaborano e ogni volta è sempre una grande emozione.

Tra i due inoltre corre molta stima, anche dal punto di vista umano, «essendo Biréli una persona umile e davvero molto speciale», come dichiara lo stesso Giuseppe Continenza.

Concludiamo questo nostro piccolo articolo dedicato al grande artista Biréli Lagrène lasciandovi con un filmato straordinario in cui esegue all’età di soli 14 anni una stupefacente versione di All of me, lo standard jazz scritto da Gerald Marks e Seymour Simons nel 1931, registrato per la prima volta alla radio da Belle Baker.