P.O.V. jazz tales: Elogio ai Maestri

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La didattica, nota dolente

Quando ho iniziato a suonare, nel lontano 1986, molti insegnavano, anche chi non aveva la minima cognizione dello strumento, e i risultati erano devastanti: parecchi lasciavano, convinti di non essere portati per la musica, ma più probabilmente, in alcuni casi, avevano semplicemente incontrato l’insegnante sbagliato o un millantatore che si spacciava per “Maestro”.

A questo proposito mi viene in mente un celebre aforisma del mio illustre conterraneo Flaiano: «Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell’arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l’arabesco».

Così, in ambito musicale, senza un buon insegnante si perde una marea di tempo a inseguire gli arabeschi.

Oggi voglio parlare di due persone che sono state determinanti nella mia formazione musicale, due soggetti per i quali la distanza minore tra le tue aspirazioni e i risultati è la linea retta: Gianfranco Continenza e Maurizio Rolli.

Con Gianfranco Continenza

Con Gianfranco la storia è iniziata sui banchi di scuola, in secondo superiore, e non si mai più interrotta.

Ammiravo molto lui e suo fratello Giuseppe per la passione che mettevano nella musica: ore e ore di pratica, prove, sacrificio.

Fu Gianfranco a spingermi a suonare e, il primissimo periodo, per un anno e mezzo di fila mi diede lezioni gratis una volta a settimana.

In realtà gli incontri musicali erano molto più numerosi perché in un modo o nell’altro si finiva sempre a suonare a casa Continenza, sotto l’occhio benevolo dei suoi genitori, santi, con una pazienza incredibile.

Gianfranco, oltre a darmi lezioni, mi diceva cosa ascoltare facendomi scoprire gruppi e musicisti che da solo non avrei mai nemmeno potuto immaginare.

Ricordo ore interminabili nell’auto dei fratelli Continenza ad ascoltare musica fantastica.

Sempre Gianfranco mi accompagnò la prima volta ad acquistare il mio strumento, così come il primo amplificatore.

Sempre lui mi scrisse le prime linee di basso per il mio primo gruppo “serio”, i Wotan.

All’inizio degli anni Novanta i fratelli partirono alla volta di Los Angeles per frequentare il GIT.

Ci tenevamo in contatto a mezzo di lettere (che all’epoca erano cartacee) nelle quali Gianfranco e Giuseppe mi raccontavano delle lezioni, degli insegnanti, di Joe Diorio, Don Mock, Scott Henderson, Ron Eschéte, Howard Roberts, Peter Sprague, Gary Willis, Jennifer Batten, Steve Trovato, Jeff Berlin, Tommy Tedesco e tutti gli altri.

Dopo tantissimi anni di amicizia e di suonate casalinghe, venne il momento di suonare insieme a Gianfranco con il suo primo trio, in un locale, davanti a un pubblico.

Un’emozione incredibile!

Lì ripresero le lezioni, perché quando suoni con un musicista di questo calibro, soprattutto musica originale e armonicamente complessa, hai praticamente tutto da imparare.

Ho perso letteralmente il conto di quante volte il buon Gianfranco mi ha consigliato le scale e gli arpeggi da usare su tantissime progressioni armoniche scritte da lui, dandomi lezioni di armonia avanzata, sul campo.

Dal 1998 a oggi abbiamo fatto centinaia di serate con musicisti pazzeschi dai quali ho cercato di imparare tutto il possibile.

Mi sono trovato a eseguire parti impossibili registrate da Maurizio Rolli, Adriano Brunelli, Dino D’Autorio, Mark Egan, Michael Manring, Tetsuo Sakurai, giusto per fare qualche nome.

Ovviamente, non sempre (leggi “quasi mai”) sono stato all’altezza, incazzandomi con me stesso per non essere sufficientemente bravo, ma mi sono sempre impegnato per far fare bella figura al mio amico.

Ho visto Gianfranco diventare uno degli artisti italiani più ammirati nella fusion, oltre che un didatta apprezzato a livello planetario, un vero vanto italiano.

Con Maurizio Rolli

Per quanto riguarda Maurizio, la storia inizia verso i miei vent’anni.

Una sera andai ad ascoltare un gruppo nel quale il bassista, oltre a suonare come Jaco, gli somigliava anche fisicamente: capello lungo liscio, fascia da tennista e jazz bass sgarrupato.

Rimasi così affascinato dal modo di suonare di questo ragazzo, dal suo groove, dalle sue scale e dai suoi assoli, che chiesi a un tale che non conoscevo, ma che sembrava avere una certa familiarità con la band, quale fosse il nome del talento.

Senza pensarci due volte il tizio mi rispose: «Maurizio Rolli».

Il giorno dopo mi diedi da fare per recuperare il numero di telefono di tale Rolli Maurizio (all’epoca c’era solo la telefonia fissa e l’apparecchio era un unico modello grigio topo, per cui niente social e niente messaggerie istantanee), quindi gli telefonai e ci mettemmo d’accordo per l’indomani.

Il giorno successivo suonarono al campanello, chiesi «Chi è?» e una voce due toni sotto un normale timbro maschile rispose: «Il tuo nuovo insegnante di basso».

Quando andai ad aprire la porta mi accorsi dell’equivoco: Maurizio Rolli, il bassista al quale avevo telefonato, non era il ragazzo che avevo visto suonare due sere prima!

«Mo‘ come faccio? Capitano tutte a me!».

Ormai il pasticcio era fatto, però non volevo offenderlo, quindi feci finta di niente e iniziamo la prima lezione.

Ebbene, bastarono meno di due minuti per capire che Maurizio Rolli suona molto meglio del Jaco-clone, e da quel momento non l’ho mollato più.

Ricordo lezioni interminabili a casa Rolli, centinaia di sigarette, le sue, decine di caffè, di entrambi, tantissimi dischi e tante cazziate.

Fortunatamente, la mamma di Maurizio correva in mio soccorso per difendermi dal figlio.

La lezione tipo iniziava alle quattro del pomeriggio e finiva alle otto, ma spesso si continuava anche dopo cena.

Ricordo le scuse per non aver studiato, ne inventavo sempre di nuove.

Qualche volta, quando mi sono applicato un po’ di più, la generosità di Maurizio lo ha spinto a segnalarmi come sostituto, e anche qui emozione e responsabilità incredibili.

Quando è capitato, ho sempre pensato che per il pubblico fosse come andare al ristorante, ordinare il caviale e vedersi servire la bruschetta.

Ho studiato con Maurizio con una certa discontinuità per oltre un decennio.

La cosa che mi stupisce di lui è il fatto che non smette mai di applicarsi sulla musica, è sempre in costante aggiornamento.

Molti insegnanti si adagiano sugli allori, lui no.

Anche Maurizio è diventato un punto di riferimento nel panorama Jazz italiano, e non solo italiano, oltre che in campo didattico.

L’elogio ai maestri

Chi è arrivato a leggere fin qui si starà chiedendo il perché di questo elogio ai Maestri.

Ebbene, gli insegnanti di musica non sono supereroi con lo strumento a tracolla, sono persone.

Si, persone, con pregi, difetti e fragilità.

Posso solo immaginare quante volte hanno atteso un complimento che non arrivava, una pacca sulla spalla mai data, o semplicemente un grazie.

E sì, perché anche i grandi Professionisti con la P maiuscola, quelli che ci fanno sognare e sbavare quando suonano, funzionano esattamente come gli altri esseri umani, hanno bisogno di essere apprezzati e incoraggiati.

Del resto, non funziona così anche con le fidanzate e con i fidanzati?

Vabbè, ma allora perché farlo pubblicamente?

Perché se un albero cade in una foresta deserta, nessuno potrà mai sapere se ha fatto rumore.

Magari l’urto con il suolo è stato attutito da un soffice manto di foglie, oppure ha prodotto un boato memorabile, ma se non c’è nessuno ad assistere nessuno lo saprà mai.

Con queste poche righe voglio far sentire a Gianfranco e Maurizio tutto il rumore che hanno fatto nella mia vita.

Viva i Maestri, quelli con la M maiuscola!

(Angelo Cipollone)

Gli insegnanti di musica non sono supereroi con lo strumento a tracolla, sono persone. Si, persone, con pregi, difetti e fragilità.

In questo secondo appuntamento con POINT OF VIEW jazz tales, la nostra rubrica dedicata ai piccoli e grandiosi racconti jazz (e non solo jazz) di Angelo Cipollone, approfondiamo la conoscenza del nostro anfitrione che abbiamo iniziato nel precedente racconto (qui).
Come abbiamo appena letto in questo racconto jazz, Angelo Cipollone ha iniziato la propria attività musicale suonando nella cameretta di due grandi chitarristi italiani: Gianfranco e Giuseppe Continenza
Ha suonato in giro per l’Italia con diverse orchestre spettacolo, maturando esperienza nei più disparati generi musicali.
Ha collaborato con il gruppo Wotan, suonando in diversi festival e registrando un EP autoprodotto.

Ha fatto parte del gruppo rock Karma con Gianni De Chellis, Massimo Dezio, Paolo Fidelibus e altri, che è stato inserito in due compilation nazionali di hard rock, ha inciso l’album Trimurty (Bess Record) e ha partecipato a diversi concorsi.
Per due volte consecutive i Karma si sono posizionati terzi al Leone d’Oro di Venezia, e nell’edizione 1991 il loro brano è stato incluso nel disco della manifestazione.
Angelo Cipollone si è guadagnato inoltre la menzione d’onore al festival nazionale di Chianciano Rock come migliore bassista della manifestazione.
Ha collaborato con Joe Di Tonno, con il gruppo di acid jazz Lunaria, molto attivo nei primi anni ‘90, e con Marco Collini, con il quale è stato inserito in tre compilation, ha vinto diversi festival regionali e il 1° gennaio 2001 ha aperto a Pescara il concerto di Irene Grandi, Carmen Consoli, Bandabardò & Elisa.
Sempre con Collini, ha inciso l’album Un fiume da salvare (EcamLab).

Ha collaborato con diversi musicisti jazz dell’area abruzzese, molisana e marchigiana.
Le sue esperienze più durature riguardano i Midland, gli Academy Jazz Quartet e il trio elettrico del chitarrista pescarese Gianfranco Continenza con il quale, nel corso di oltre tredici anni di attività, si è esibito in diversi locali abruzzesi e marchigiani, e in numerosi festival.
Ha suonato con il Giancarlo Alfani Quartet insieme a Danny Manzo, Angelo Trabucco e Gianluca Esposito, sostituendo temporaneamente il bassista Maurizio Rolli impegnato da una lunga tournée negli States e negli impegni televisivi in RAI.
Ha suonato con Giuseppe Continenza insieme a Jeff Warren, Marco Malatesta, Manuel Trabucco, Renzo Ruggeri e altri, in occasione di serate e showcase di strumenti musicali.
Ha suonato con il gruppo di Nicola Trivarelli insieme ad Alberto Biondi, Fabio Di Sario e Dante Melena, con il quale ha registrato il brano Wild and furius del suo primo lavoro solista, Real Illusions, esibendosi con lui in vari locali e festival.
Ha suonato nei festival Jazz “Il fiume e la memoria” (2000), “Cabaret mon amour” (2001), Gessopalena (2003), Atessa (2004) ”, “Ripatransone jazz“ (2007), nel quale ha suonato con Steve Smith, Alessandro Svampa, Samuele Garofali e Filiberto Palermini, “Majella Jazz Festival“ (2007), “Montesilvano in jazz“ (2009), “Jazz e dintorni“ (2010 e 2011), nel quale ha suonato (nell’edizione 2010) con Walter Martino, “Tollo in Jazz“ (2013), ”Festival della liuteria di Mutignano“ (2013), “FB jazz San Giovanni Teatino“ (2013).
E per ora ci fermiamo qui perché abbiamo fretta di tornare al nostro racconto jazz, ma ci ripromettiamo di approfondire ulteriormente la conoscenza di Angelo Cipollone nei prossimi appuntamenti con POINT OF VIEW jazz tales.

GIANFRANCO CONTINENZA

Di Gianfranco Continenza abbiamo parlato a lungo in diverse occasioni (qui) e anche sulla nostra partner-app MusicAq magazine (qui), sempre con la consapevolezza di non aver detto abbastanza, di non essere stati sufficientemente esaustivi.

D’altro canto, è sufficiente googlare “Gianfranco Continenza” per scoprire quanto grande è il suo mondo e quanto globale è la sua dimensione artistica che si estende dagli USA al Giappone, passando per Germania, Albania, Slovacchia e, fortunatamente, anche per l’Italia.

Abbiamo conosciuto Gianfranco Continenza attraverso la sua musica, ascoltando i suoi quattro album da solista (The past inside the present, Face the truth, Dusting the time, Vertical Horizons), le collection che ospitano i suoi brani e gli album dei grandi artisti per i quali ha composto ed eseguito la sua musica.

Lo abbiamo conosciuto attraverso il suo materiale didattico: le lezioni su Just Jazz Guitar, Guitar Club, Chitarre, Jazzitalia.net, le videolezioni, il metodo Il chitarrista jazz/fusion e l’improvvisazione modale creativa.

Ma uno degli aspetti più belli, anzi, il più bello di questa nostra avventura in WOM, MusicAq magazine e Radio MusicAq, è che abbiamo conosciuto personalmente – anche se spesso solo virtualmente – diversi Maestri, «quelli con la M maiuscola» come scrive bene Angelo Cipollone, per scoprire che sono persone come le altre «con i loro difetti e le loro fragilità», ma che diversamente da molte altre, si donano attraverso la musica e attraverso l’insegnamento, per cui non comunicano semplicemente suoni e nozioni, ma emozioni e conoscenza.

A Gianfranco Continenza dobbiamo moltissimo per la fiducia di cui ci ha onorati, per l’impagabile contributo che ha dato – senza pensarci due volte – allo sviluppo delle nostre iniziative, e per il fondamentale sostegno morale che non è mai mancato nei momenti in cui ne abbiamo avuto più bisogno.

MAURIZIO ROLLI

Maurizio Rolli, attivo come contrabbassista, bassista elettrico, arrangiatore e didatta, è uno dei musicisti italiani più conosciuti tra gli artisti d’oltreoceano.

Nel 2010, per il suo album Rolli’s tones la celebre rivista Jazzit lo ha proclamato miglior arrangiatore italiano dell’anno.

Inoltre, in tutte le quattro edizioni del premio, si è sempre classificato tra i primi tre della graduatoria relativa ai bassisti.

Dopo essere stato titolare della prima cattedra di basso elettrico in Italia presso il conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro, è attualmente docente di basso elettrico, contrabbasso jazz, musica d’insieme jazz e big band presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara.

È stato bassista di:
– Trio di Dave Weckl e Dean Brown
– Trio of Oz, di Omar Hakim & Rachel Z
– Trio “X-PERIENCE”, per più di tre anni, con Hiram Bullock alla chitarra e Israel Varela alla batteria
– R.A.R.E., quartetto italo americano composto da Alex Acuña alle percussioni, Otmaro Ruiz al piano e Gianluca Esposito al sax.

Ha collaborato e collabora, dal vivo e in studio, nelle diverse vesti di arrangiatore, direttore, strumentista o band leader, con Chaka Khan, Vince Mendoza, Metropole Orchestra, Bill Russo, Mike Abene, Jeff Lindberg’s Chicago Jazz Orchestra, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Columbia College Big Band in un progetto con Mike Stern, Orchestra Operaia di Massimo Nunzi, Alfredo Impullitti & Kaos Ensemble, M. J. Urkestra di Roberto Spadoni, Wooster College Big Band, Angelo Valori & Ensemble M-Edit, Bruno Tommaso, Paolo Damiani & Is Ensemble, Pino Minafra, Russel Gloyd e Diane Schuur.

È stato bassista, compositore, arrangiatore dell’orchestra Is Ensemble formata dall’ISMEZ (Istituto per lo Sviluppo Musicale del Mezzogiorno), vincendo un concorso a cui hanno partecipato oltre 140 musicisti provenienti da tutta Italia.

È stato nell’organico dell’orchestra dei programmi televisivi Facciamo che io ero di e con Virginia Raffaele, Notti sul ghiaccio condotto da Milly Carlucci, Miss Italia nel mondo condotto da Andrea Giletti, Usa la testa condotto da Caterina Balivo, Ciak si canta in onda su Rai Uno, tutti prodotti da LDM, Ballandi e Endemol.

Ha svolto una intensissima attività come side-man o band-leader, coltivando un’infinita serie di collaborazioni e accompagnando Chaka Khan, Diane Shuur, Agnieszka Hekiert, Diana Torto, Tosca, Kelly Joyce, Mala Waldron, Virginia Raffaele, Winton Marsalis, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Bob Mintzer, Dave Liebman, Jerry Bergonzi, Bill Evans, Bob Sheppard, Bob Franceschini, Walter Smith III, Stephane Guillaume, Stefano DI Battista, Stefano “Cocco” Cantini, Javier Girotto, Jim Hall, Mike Stern, Hiram Bullock, Dean Brown, Frank Gambale, Greg Howe, Claude Barthelemy, Femi Temowo, Otmaro Ruiz, Rachel Z, Enrico Pieranunzi, Scott Kinsey, Shai Maestro, Adam Makovicz, Ramberto Ciammarughi, Claudio Filippini, Dave Weckl, Peter Erskine, Omar Hakim, Alex Acuña, Danny Gottlieb, Damien Schmitt, Nicholas Viccaro, Julius Pastorius, Jimmy Branly, Israel Varela, Pierre Favre, Jacek Pelc.

È attualmente band-leader dei California Dream Band, con Otmaro Ruiz, Dean Brown, Damien Schmitt e Manuel Trabucco.

Dal Settembre del 2000 è a capo della Rolli’s Tones Big Band di cui compone e arrangia il repertorio, oltre a curarne l’organico e l’attività concertistica.

Con questa formazione, nell’ottobre 2001 ha inciso un CD in tributo alla musica di Jaco Pastorius, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita, con la partecipazione di Michael Manring e Mike Stern, intitolato Moodswings.

Con questo lavoro è il primo – e finora unico – musicista italiano a essere stato recensito come “CD del mese” dalla prestigiosa rivista Americana Bass Player.

Un estratto di questo lavoro è stato inserito all’interno del CD allegato al numero di novembre 2002 della rivista Bassics, in compagnia di brani eseguiti da Jaco Pastorius, Michael Manring, Alain Caron, Brian Bromberg, Peter Erskine e altri.

Nel 2004 è stato di nuovo ospitato tra le pagine della stessa rivista con un’intervista, un brano incluso nel CD allegato e la pubblicazione di una partitura.

È l’unico musicista italiano intervistato nella seconda edizione della biografia ufficiale di Jaco Pastorius scritta da Bill Milkovski.

Ha partecipato innumerevoli festival internazionali tra i quali:
– Los Angeles Bass Bash, dalla cui platea ha ricevuto l’unica standing ovation del festival
– Evanston Jazz Festival, come artista residente
– Cracow Jazz Festival, piú volte
– Bratislava Jazz Day, con Gianfranco Continenza
– Jaco Pastorius Bithday Bash, invitato dalla famiglia Pastorius
– Bass Day UK
– Bass Days Poland
– Euro Bass Day
– Grenoble Jazz En Isère
– Timisoara
– Jazz Expo, di Cagliari
– Villacelimontana
– S. Anna Arresi
– Una Striscia Di Terra Feconda, a Roma
– Pescara Jazz
– Gezziamoci, di Matera
– Roccella Jonica
– Bottesini Basso Festival, di Crema

Nel 2009 il laboratorio di liuteria polacco Mayones ha prodotto il basso fretless “Maurizio Rolli Signature”, utilizzato da alcuni tra i migliori bassisti del mondo, primo fra tutti il leggendario Marcus Miller.

Questo endorsement va ad aggiungersi a quelli altrettanto prestigiosi, come la canadese Fbass e la Markbass.

Ha inciso circa 60 dischi, tra i quali:
Rolli’s tones 2 – Homework Angels, feat. Otmaro Ruiz, Ciro Manna, Flavio Boltro, Antonio Onorato e altri
7 in latino, feat. Otmaro Ruiz, Alex Acuña, Israel Varela, Javier Girotto, Manuel Trabucco, Gianluca Esposito
Rolli’s tones, feat. P. Erskine, M. Stern, H. Bullock, B. Shepard, B. Franceschini
Archivi sonori, feat. Mike Stern, Bob Mintzer, Otmaro Ruiz, Danny Gottlieb
Wide Christmas – Christmas Jazz Songs, feat. F. Bosso, M. Manzi, D. Torto, C. Filippini e altri
Moodswings – a tribute to J. Pastorius, feat. M. Stern, M. Manring, A.M.P. Big Band
– Norwegian Mood, feat. D. Torto, P. Damiani, R. Ottaviano, F. Palermini
Deep risonance – Mala Waldron, con Vincent Gardner, Allen Won, Akua Dixon, Maurizio Rolli, Jonathon Peretz
On the road – Jacek Pelc Band, con Maurizio Rolli, Maciej Sikala, Bartosz Hadala)
Tijuana portrait – Israel Varela con O. Ruiz, A. Paixao, J. Peña
Border people – Israel Varela, con M. Stern, A. Paixao, D. Amador
Abruzzo Mediterraneo – Angelo Valori, con Javier Girotto, Michele Rabbia
Dove volano gli angeli – Angelo Valori, con Bob Mintzer, Fabrizio Bosso
The past inside the present – Gianfranco Continenza, con Bill Evans & Scott Kinsey
Favole per adulti – Gianni De Chellis, con Hiram Bullock, Matt Bisonnette
Angelo Canelli plays the music of Sting – Angelo Canelli, con Jason Marsalis & Jason Stewart
M’Bollo – Kisito Band
Nuove tribù italiche, allegato a World Music Magazine
Bassics magazine n. 31, con J. Pastorius, A. Caron, M. Manring, P. Erskine e altri
Is ensemble – P. Damiani
Missa – A. Impullitti, con P. Fresu, G. Trovesi, T. Tracanna, P. Favre
La partenza della sposa – M. Patricelli, con J. Girotto
Zaira – Filippini / Ionata

A tutti i grandi Maestri con la M maiuscola dedichiamo questa meravigliosa The Past Inside The Present del Maestro Gianfranco Continenza, accompagnato dal Maestro Maurizio Rolli al basso, insieme ai Maestri Scott Kinsey (tastiera) e Dante Melena (batteria).