Robert Johnson. Duetto con il diavolo

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Robert Leroy Johnson (Hazlehurst, Georgia, 8 maggio 1911 – Greenwood, South Carolina, 16 agosto 1938) è stato un cantautore e chitarrista statunitense.

Tra le massime leggende della musica blues, è uno dei più grandi e influenti musicisti del XX secolo.

Fece parte della scena blues sorta nella zona del delta del Mississippi (noto come Delta blues) nei primi decenni del Novecento: la sua oscura biografia, scarsamente documentata, e la sua morte misteriosa all’età di soli ventisette anni hanno contribuito notevolmente ad alimentare le fosche leggende sulla sua figura già circolanti in vita.

La sorprendente combinazione di tecnica chitarristica, canto e improvvisazione caratterizzante le sue ventinove storiche registrazioni, effettuate tra il 23 novembre 1936 e il 20 giugno 1937, ha costituito una base imprescindibile per intere generazioni di musicisti a venire tra cui Muddy Waters, Bob Dylan, i Rolling Stones, i Cream, gli Allman Brothers, Johnny Winter, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jeff Beck e i Led Zeppelin.

Fa parte del cosiddetto Club 27, il gruppo di grandi artisti morti a 27 anni.

Il 23 gennaio 1986 è stato tra i primi musicisti a essere introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame, segnatamente nella categoria Early Influences, mentre la rivista Rolling Stone l’ha collocato alla settantunesima posizione nella lista dei cento migliori chitarristi della storia.

Il Delta blues

l Delta blues è uno dei primi stili di musica blues nato tra i fine anni venti e i primi anni trenta.

Il genere prende il nome dal delta del Mississippi, una regione degli Stati Uniti che si estende da Memphis nel nord a Vicksburg nel sud, e compresa fra i due corsi d’acqua del Mississippi ad ovest e dello Yazoo a est.

In questo genere gli strumenti predominanti sono la chitarra e l’armonica.

Lo stile vocale varia da più introspettivo e cupo, a fiero e più passionale.

Il Delta blues è un genere musicale più che un genere relativo alla posizione geografica: Skip James e Elmore James, ad esempio, pur non essendo nati nella zona del Delta, erano considerati comunque artisti Delta blues.

Esponenti del genere potevano trovarsi nelle zone più varie degli Stati Uniti, dal Delta all’Arkansas, alla Louisiana, al Texas ed al Tennessee.

Questo genere, attraversando il Paese, diede origine ad altri stili di blues come il Chicago Blues e il Detroit Blues.

Il Delta blues singer

Poche sono le notizie attendibili sulla sua vita privata.

Nato da una relazione extraconiugale della madre Julia Dodds con Noah Johnson, dopo che il marito di Julia, Charles Dodds Jr., l’aveva abbandonata per un’altra donna, sin da bambino Robert si appassiona alla musica e suo fratello gli insegna a suonare l’armonica a bocca, per poi passare alla chitarra.

Dopo un periodo trascorso a Memphis, si sposa nel 1929 con Virginia Travis e si trasferisce a Robinsonville.

L’anno successivo la moglie sedicenne muore nel dare alla luce il figlio.

Sconvolto dal fatto, Johnson comincia a vagare fra le città del Mississippi, divenendo un donnaiolo e un forte bevitore.

Nel 1931 incontra e sposa Calletta Craft e decide di trasferirsi nel villaggio di Copiah County, ma la crescente passione per la musica porta Robert sempre più distante dalla moglie e anche questa unione coniugale finisce.

Il patto con il Diavolo

Robert Johnson to me is the most important blues musician who ever lived.
I have never found anything more deeply soulful than Robert Johnson.
His music remains the most powerful cry that I think you can find in the human voice.
(Eric Clapton)

«Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana».

Narra la leggenda, alimentata anche dallo stesso Johnson, che questi avesse stretto un patto col diavolo vendendogli la sua anima in cambio della capacità di suonare la chitarra come nessun altro.

Tale diceria è sorta e si è consolidata negli anni a seguito di diversi fatti: la sua stupefacente tecnica chitarristica, basata sul fingerpicking e tuttora additata come una delle massime espressioni del delta blues, le evocazioni generate dalla sua voce e dalle complesse strutture chitarristiche che ha elaborato e il sinistro contenuto dei suoi testi che, seppur largamente improvvisati come era ovvio per il genere all’epoca, spesso narravano di spettri e demoni quando non si riferivano esplicitamente al suo diabolico accordo.

A dare adito alla storia contribuirono inoltre i racconti dei vari musicisti che lo conobbero e che riferiscono della sua iniziale goffaggine nel suonare la chitarra: in base a questi racconti, peraltro tutti concordanti, Johnson scomparve dopo la morte della moglie per poi riapparire, l’anno successivo, dotato di una bravura e di un’espressività tali da lasciare tutti allibiti.

Voci dell’epoca tramandano di un incontro, avvenuto allo scoccare della mezzanotte presso un crocevia desolato, tra Johnson e un misterioso uomo in nero, il quale gli avrebbe concesso un ineguagliabile talento chitarristico in cambio della sua anima.

In realtà la versione “ufficiale” è che Johnson, nel corso del suo vagare, abbia incontrato un misterioso bluesman di nome Ike Zinneman, il quale ebbe a fargli da maestro.

La sinistra figura di Zinneman risulta comunque celata da un fitto velo di mistero: l’unica certezza, nel completo oblìo sui suoi dati biografici, riguarda la sua abitudine di suonare nei cimiteri, tra le tombe, nota al punto da venire additato quale emissario del demonio.

Altri aneddoti tramandano di come Johnson fosse capace di riprodurre nota per nota qualsiasi melodia ascoltasse, fosse per radio come in un locale affollato, e senza porvi la benché minima attenzione.

La morte misteriosa

Il 16 agosto 1938, a soli ventisette anni, Robert Johnson muore a Greenwood, nel suo Mississippi.

Non è possibile definire con certezza quali furono le ragioni del decesso: il certificato di morte, registrato all’Ufficio di Stato Civile di Jackson il 18 agosto, non attribuisce il decesso ad alcuna causa specifica e segnala oltretutto che la ragione della sua dipartita sia da ricercarsi anche nel fatto che nessun medico abbia avuto modo (non si sa per quale motivo) di prestargli cure nella fase dell’agonia.

Le testimonianze di Sonny Boy Williamson II e David Honeyboy Edwards attestano che la notte del 13 agosto Robert Johnson si trovava a suonare con loro al Three Forks, un locale a quindici miglia da Greenwood, nel quale i tre suonavano ogni sabato sera a seguito di un ingaggio che durava da alcune settimane.

Era apparso subito evidente come Johnson avesse una storia con la moglie del gestore del locale, il quale era consapevole del fatto pur continuando a contattarlo lo stesso.

Racconta Sonny Boy che durante la serata, complici l’alcol e l’atmosfera di grande eccitazione, gli atteggiamenti dei due furono talmente spudorati da risultare persino imbarazzanti.

Altrettanto chiara era la rabbia dipinta sul volto del barman.

Quando, durante una pausa, venne passata a Robert una bottiglia da mezza pinta di whisky senza tappo, Sonny Boy gliela fece cadere di mano, avvertendolo che non era prudente bere da una bottiglia aperta; nondimeno questi si infuriò e bevve con stizza la successiva bottiglia, ugualmente passatagli già stappata.

Poco dopo risultò evidente che Johnson non era più in condizione di suonare, al punto che lasciò la chitarra e si alzò per andare via in stato confusionale.

Fu accompagnato a casa di un amico, dove dopo poche ore iniziò a delirare, mostrando i primi segni di avvelenamento.

Morì a casa il martedì successivo, dopo due giorni di intensa agonia.

Musica fusion ante litteram

Robert Johnson è oggi considerato uno dei più grandi maestri del blues, in particolare dello stile del Delta, ed è molto rispettato per l’abilità che aveva di fondere vari stili musicali provenienti da differenti zone dell’America e per la sua capacità di reinterpretare con la chitarra una melodia appena udita.

La sua prima canzone, Kind Hearted Woman Blues, in contrasto con la prevalenza dei brani di Delta blues dell’epoca, aveva una melodia che richiamava alla mente lo stile del blues di Chicago o di Saint Louis, con un arrangiamento pieno di variazioni.

Molte sue canzoni fondevano elementi presi da altre correnti del blues come, ad esempio, il Texas Blues.

Per questo oggi alcuni considerano Johnson il primo vero musicista del Delta blues a mostrare interesse per stili di blues provenienti da altre zone, inserendoli nei suoi brani e venendo da essi influenzato per la composizione delle sue canzoni.

La musica di Robert Johnson ai giorni nostri

Molti artisti hanno realizzato cover delle canzoni di Johnson, tra cui:

  • i Led Zeppelin hanno realizzato una rivisitazione di Travelling Riverside Blues nell’album Coda;
  • i White Stripes hanno realizzato una cover di Stop Breakin’ Down Blues nel loro primo disco, The White Stripes;
  • i Rolling Stones inclusero una cover di Love in Vain nel loro album Let It Bleed, e una cover di Stop Breaking Down nel loro album Exile on Main St.;
  • i Red Hot Chili Peppers hanno realizzato una cover di They’re Red Hot nell’album Blood Sugar Sex Magik;
  • i Cream hanno realizzato una cover di Cross Roads Blues cambiando leggermente il titolo in Crossroads;
  • i The Blues Brothers hanno realizzato una cover di Sweet Home Chicago;
  • i Gun Club incisero una cover di Preaching Blues che venne pubblicata su Fire of Love (nel disco viene chiamata Preaching The Blues).

Mississippi Adventure

La leggenda di Robert Johnson ha ispirato moltissimi film.

Fra gli altri, Mississippi Adventure del 1986 (il cui titolo originale è in realtà Crossroads), film di Walter Hill con Ralph Macchio, narra di un ragazzo che cerca di trovare la trentesima traccia mai incisa da Robert Johnson.

Eugene, che si fa chiamare “Talent Boy”, è un giovane amante della chitarra che vuole diventare un famoso bluesman.

Quando scopre che in un ospizio della sua città vive Willie Brown, un grande mito del blues, fa di tutto per farselo amico e per diventare un grande chitarrista.

Willie Brown, dopo un primo rifiuto, si lascia contagiare dall’entusiasmo del ragazzo, e insieme cominciano un’avventura che li porterà nel Mississippi, patria del blues.

Eugene sa che Willie in gioventù è stato amico di Robert Johnson, il leggendario musicista che si dice abbia fatto un patto col diavolo per poter suonare la chitarra come nessun altro al mondo; sa anche che Johnson ha inciso solo 29 canzoni sulle 30 pattuite, e spera che Willie possa insegnargli la canzone perduta.

Ma anche il vecchio Willie a suo tempo fece un patto col diavolo, anche se la sua sorte fu diversa dall’amico Johnson: il ritorno nel Mississippi sarà per lui l’occasione di fare un bilancio della propria vita e di riaffrontare il diavolo.

Memorabile la scena del duello finale tra Eugene (Ralph Macchio) e un indemoniato Steve Vai, a cui vi lasciamo per salutarvi e ringraziarvi di averci letto fin qui.

Ad maiora!