Il copyleft in parole semplici e alla prova dei fatti

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Lo spartito intorno al quale abbiamo deciso di iniziare a lavorare per fondare WOM è la sintesi perfetta del Copyleft.

Il Copyleft non implica la negazione del diritto morale d’autore: l’autore mantiene sempre la paternità della sua opera.

Il Copyleft implica la rinuncia al diritto patrimoniale d’autore: chiunque, purché ne riconosca sempre la paternità all’autore, può utilizzare liberamente l’opera, anche a fini commerciali.

In sintesi, tutti possono liberamente suonare, interpretare, usare e diffondere il Minuetto in Sol maggiore, anche a fini commerciali, purché ne riconoscano la paternità al suo autore, Christian Petzold.

È proprio grazie al Copyleft che questo meraviglioso brano è riuscito ad attraversare indenne quasi tre secoli di storia, conferendo grande celebrità al suo autore (Christian Petzold), nonostante fosse stato inizialmente ed erroneamente attribuito nientemeno che a Johann Sebastian Bach.


Ora, a meno che non siate artisti di chiara fama internazionale, è piuttosto improbabile che le vostre opere, anche se meritevoli, riescano a varcare i confini della stanza in cui vi esercitate a scrivere, comporre, suonare o arrangiare.

Pretendere di esercitare il copyright sulle vostre creazioni è soltanto una inutile complicazione.

Mettere a disposizione della comunità il proprio talento e la propria creatività potrebbe spalancare le le porte al successo.

La condivisione non crea vantaggio soltanto per i neofiti o i dilettanti, ma anche e soprattutto per i professionisti, che devono confrontarsi quotidianamente con un mercato discografico travolto dalla tecnologia, che tende a investire sempre meno sui contenuti (la musica) per investire di più sui più redditizi contenitori (le app e i device che usiamo per scaricare e ascoltare musica).

Ricordate: non sarete famosi se altri ascolteranno la vostra musica e le vostre canzoni; sarete famosi quando altri suoneranno la vostra musica e canteranno le vostre canzoni.